Convegni in onore di Gerbert d’Aurillac
Soluzioni innovative nella Didattica
Piacenza, Roma, Milano, Pescara 2-12 maggio 2005
Un convegno itinerante, che termina nei luoghi delle grandi meridiane dove scienza, arte e religione si incontrano in modo eminente, come lo furono in Gerberto. Scopriamo la figura e l’attualità del più famoso docente del X secolo che introdusse le arti del quadrivio nel curriculum studiorum delle scuole cattedrali. Nell’immagine ai quattro lati di papa Silvestro II, rappresentato con il pallio, abbiamo la Geometria, l’Astronomia, l’Aritmetica e la Musica. Sono in evidenza anche tre R, che ricordano Reims, Ravenna e Roma che furono le sue sedi episcopali.
Programma:
2 maggio ore 17 Piacenza, Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, presentazione atti del convegno su Gerbert d’Aurillac 11/9/2004, conduce Prof. Flavio G. Nuvolone, Univ. Friburgo.
5 maggio ore 18:30 Roma, Basilica di Santa Maria degli Angeli: Scienza e Fede, tavola rotonda Prof. Robert Royal, presidente del Faith & Reason Institute di Washington. Introduce prof. Dario Antiseri, LUISS.
7 maggio ore 10 Pescara, ICRA Net center: la didattica dell’Astrofisica Relativistica
10-11 maggio ore 15 Milano: il latino e internet, il latino e la scienza, l’astronomia in Duomo
12 maggio ore 12 Roma: Missa papae Gerberti in Santa Maria degli Angeli, transito del Sole al meridiano, Gerberto docente, Astronomia nelle Chiese.
Organizzano gli eventi l’ICRA – International Center for Relativistic Astrophysics, il Dipartimento di Geografia Umana dell’Università La Sapienza, l’ISPEF - Istituto di Studi Pedagogici e Filosofici, la rivista Archivum Bobiense, l’Istituto Acton, con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura e l’Università Cattolica di Milano.
Coordina Prof. Costantino Sigismondi Università di Roma "La Sapienza"
Gerberto d’Aurillac Papa Europeo, cenni biografici
Gerberto d’Aurillac era universalmente noto per la sua conoscenza in logica, retorica, matematica, geometria, astronomia, musica e medicina quando salì sul soglio pontificio nel 999 assumendo il nome di Silvestro II. Grazie a lui la Chiesa si aprì all’Europa dell’Est (fondò le prime diocesi in Polonia e Ungheria) ed il progetto di restaurare il Sacro Romano Impero sembrò realizzabile; grazie al suo prestigio la scienza ebbe cittadinanza nelle scuole cattedrali e poi nelle nascenti Università. Mai come nel suo pontificato Fede e Scienza sono state tanto vicine. Morto il 12 maggio 1003 fu sepolto a S. Giovanni in Laterano (oggi visibile dietro al pilastro di S. Filippo Apostolo).
La Provvidenza ha voluto questo Abate benedettino e grande uomo di scienza alla guida della Barca di Pietro mille anni orsono. Egli ha fondato la diocesi di Gniezno, la prima in terra di Polonia, che ci ha dato poi Giovanni Paolo II.
Le radici cristiane dell’idea di Europa sono particolarmente evidenti nel pensiero di Gerberto ed è importante riscoprirne la figura.
Gerberto e il suo contributo di docente e scienziato
Riscopriamo Gerberto come docente: fu lui a diffondere l’uso dell’astrolabio, dei numeri arabi da 1 a 9, costruttore d’organi e teorico della musica, ha reso accessibili agli studenti le ultime novità nei vari settori del sapere di cui era esperto, dando così impulso a tutte le scienze. Per questo era già così famoso e apprezzato in tutta Europa. Anche oggi nell’educazione dei giovani bisogna essere aggiornati sulle novità della ricerca e sui metodi per rendere accessibili anche le idee più complesse.
Studi su Gerberto
A Piacenza il 2 maggio si presenta l’ultimo volume di Studi su Gerbert d’Aurillac. Le questioni più calde ora riguardano i numeri arabi, che egli per primo introdusse nell’Europa Cristiana, e le sfere astronomiche, di cui egli ancora una volta seguì i modelli arabi.
Gerberto emerge come straordinario trait-d’union della scienza e della cultura Araba con quella Cristiana, e si ripercorrono i suoi spostamenti nella Catalogna mozarabica della fine del X secolo.
Celebrazioni in onore di Gerberto Santa Maria degli Angeli in Roma 12 maggio ore 12
Oggi in un mondo in cui la ricerca della verità è diventata soggettiva, e che sembra portare in tante direzioni diverse Gerberto ci mostra l’unica via che è Cristo che è la sola Verità a cui tutte le scienze tendono.
Nel ricordare Silvestro II, di venerata memoria, in una serie di convegni itineranti (Piacenza, Roma, Milano e Pescara) associamo il suffragio per tutti gli scienziati nelle Sante Messe celebrate nelle chiese (Santa Maria degli Angeli a Roma piazza della Repubblica il 12 maggio alle 12 celebra il Card. Paul Poupard una messa cantata composta per l’occasione dal Maestro Michael d’Alessandra che verrà suonata all’organo più grande di Roma) dove sono state realizzate da secoli le grandi meridiane per le osservazioni astronomiche. Sono luoghi questi che testimoniano come la vicinanza tra scienza e fede non sia qualcosa di artificiale. Una formula, un effetto, un teorema, un dispositivo, una costante… ci ricordano i nomi di tanti scienziati.
Nella Comunione dei Santi li ricordiamo tutti, nell’onorare Silvestro II il Papa scienziato dell’anno mille.
Seguiamo l’esempio di Gerberto: didattica dell'Astrofisica Relativistica
Insegnare i nuovi temi della scienza era una sfida ai tempi in cui Gerberto d’Aurillac -divenuto poi papa Silvestro II (999-1003)- insegnava alla scuola di Reims, e ancor più oggi la sfida della didattica trova uno sviluppo delle nuove conoscenze a ritmo esponenziale nei vari campi del sapere. Agli studenti occorre sempre fornire un’informazione precisa da un punto di vista qualitativo ed esauriente da un punto di vista quantitativo, senza timore di mostrare la complessità del processo conoscitivo. Come Gerberto introdusse per primo i numeri indo-arabi in occidente, così oggi non è più dilazionabile l’introduzione della relatività nella didattica della fisica.
Mostriamo uno dei possibili percorsi concettuali nella sede di Pescara del Centro Internazione di Astrofisica Relativistica il 7 maggio.
Questa manifestazione si inquadra nelle celebrazioni Gerbertiane e nell’anno mondiale della Fisica.
Fare scienza con il latino
Anche gli eventi di Milano del 10 e 11 maggio riportano al centro dell’attenzione l’esigenza di rendere vivo l’interesse degli studenti verso i traguardi scientifici conseguiti nel passato. Spesso questi sono documentati solo in latino, e possiedono ancora intatta quella vis, forza, comunicativa che attende solo di essere riscoperta.
Tutti ricordano che dopo 5 anni di scuole superiori è possibile parlare leggere e scrivere in una lingua straniera senza limiti di durata, mentre si è solo in grado di tradurre 10 righe di latino avendo dedicato lo stesso tempo di studio…
Proporre testi scientifici da tradurre e da capire riduce molto le distanze dalle nostre radici culturali, e può impedire di vivere il rapporto con il latino come quello con una lingua morta.
Costantino Sigismondi
sigismondi@icra.it
cell. 320-0759463